Sull’utilizzo della terapia steroidea

Egregio dottor Bagnoli, cari Colleghi,

vi scrivo questa breve nota  perchè ritengo doveroso scusarmi a nome dell’equipe della UO di Malattie Infettive per i toni dell’alert che è stato inviato ieri all’Ordine dei Medici, relativo alle nostre preoccupazioni inerenti l’utilizzo della terapia steroidea nelle fasi precoci di malattia.

Stiamo vivendo giorni molto difficili e logoranti per cui scusateci se abbiamo parlato “con la pancia”, trasformando la normale dialettica scientifica tra professionisti in un testo che è suonato come un atto di accusa e di sfiducia nella professionalità dei tanti colleghi che stanno combattendo con noi.

Voglio ribadire con forza che non è assolutamente così e che da parte nostra permane una fiducia assoluta nel prezioso lavoro che la Medicina di comunità svolge e svolgerà in futuro nella battaglia contro SARS-CoV-2. E’ però altrettanto vero  che la UO di Malattie Infettive garantisce fin dai primi giorni dell’epidemia un supporto costante, culturale ed operativo, a tutti coloro che sono coinvolti nella predetta battaglia. Quindi riteniamo che fare sentire la nostra voce sia un dovere.

Purtroppo, ad oggi non esistono reali presidi terapeutici efficaci contro le prime fasi di malattia, quella che i Medici di Medicina generale intercettano, e disponiamo di terapie efficaci solo nella fase immuno-mediata che normalmente si configura dopo più giorni di fase virale. E’ per questo che il tempismo nella somministrazione dei farmaci è centrale, ed è per questo che una somministrazione troppo precoce di steroide è considerata inutile da tutte le società scientifiche che si sono espresse in tal senso. E’ difficile gestire un paziente malato senza armi me ne rendo perfettamente conto, ma oggi il medico di medicina generale deve accettare questo ruolo tanto ingrato quanto fondamentale: quello di essere la vedetta che intercetta il nemico e ne monitorizza il comportamento, pur senza avere armi per combatterlo.  Spero davvero che la ricerca scientifica ci metta a disposizione farmaci efficaci contro la fase virale della malattia, sia che si tratti di nuovi antivirali sia di anticorpi monoclonali, ma per ora ci dobbiamo rassegnare a questa situazione.

Infine, poichè ogni difficoltà  deve diventare una lezione per migliorarci, vorrei che la parola alert  diventasse sinonimo di migliore collaborazione. Allora mi permetto di proporre a tutti voi, all’Ordine dei Medici, alla Azienda Unità Sanitaria Localeche l’alert diventi una pillola di cultura, una rapida e concisa occasione di informazione e formazione  periodica sull’evoluzione delle conoscenze relative alla gestione della malattia da SARS-CoV-2. Ci sono tanti giovani medici intorno a me che sarebbero ben felici di mettersi al servizio di questo sforzo.

Una buona giornata a tutti e, come disse Papa Giovanni Paolo II ,  “Non c’è speranza senza paura, e paura senza speranza”.

 

 

Pierluigi Viale

Dipartimento di Scienze Mediche e Chirurgiche

Alma Mater Studiorum Università di Bologna

UO Malattie Infettive

IRCCS Policlinico di S. Orsola – Bologna

Condividi su facebook
Condividi l'articolo su Facebook
Condividi su twitter
Condividi l'articolo su Twitter

ricerca in corso ...