Ai Colleghi

Ai Colleghi

 

Anno 2020. Una malattia ignota, ma annunciata, senza cura conosciuta si diffonde nel mondo. Un solo modo di difendersi, come nei flagelli storici: non incontrare, non toccare l’altro, scostarsi da chi incontri per strada, mascherare il proprio volto, rinchiudersi in casa, non viaggiare né per piacere né per lavoro. L’altro, il tuo simile, il tuo amico può essere la fonte della tua malattia fino della tua morte. Cambia la cifra distintiva della vita contemporanea, non più contatti, non più incontri, non più viaggi, non più socialità. E non più lavoro.   Un dramma epocale sanitario che diventa civile, sociale ed economico e non vede nel mondo isole di salvezza.

Dove la malattia esplode con più virulenza le strutture sanitarie faticano a reggere l’urto.

Urgenza e gravità del momento costringono ad un approccio terapeutico empirico lontano dalle rassicuranti consuete linee guida e perciò contradditorio e non privo di errori, ma, date le condizioni, difficile e ingeneroso è anche solo ipotizzare un diverso comportamento.

I medici in prima linea affrontano la lotta alla malattia con grande generosità, coraggio e abnegazione anche fisica pagando un alto prezzo anche in termini di vite umane, purtroppo anche per sottovalutazione, impreparazione e manchevolezze del sistema.

Con sforzo collettivo planetario emergono conoscenze che iniziano a tracciare le linee di risposta. Questa immane calamità collettiva convoglia risorse come mai nella ricerca medica e ora con rapidità mai vista prima abbiamo a disposizione vaccini e terapie innovative che hanno goduto di celeri percorsi  di sperimentazione adeguati alla gravità della pandemia e ugualmente attenti alla sicurezza.

Medici e ricercatori assumono il ruolo cruciale di guida nell’uscita   dal dramma planetario che è sì sanitario ma anche sociale e civile.  Poche volte nel corso della storia della umanità la scienza medica ha avuto un ruolo essenziale e determinante come ora.

In un dramma collettivo come l’attuale la responsabilità di ogni medico non può essere ridotta alla sola cura del singolo malato.  La lotta   ad una malattia infettiva pandemica richiede una prospettiva di intervento  rivolta a  tutta  la  popolazione perché siano ottenuti i necessari risultati in campo di prevenzione, contenimento e tutela del singolo e della collettività.

 

Mai come ora  le parole, i commenti, le informazioni fornite  da chi cura, hanno valore e rilevanza etica e sociale perché sono esse stesse parte della cura.

Mai come ora   parlare, commentare e informare devono essere sobri, chiari, adeguati alla conoscenza e consapevoli della rilevanza che assumono qualsiasi sia il luogo, l’occasione pubblica e privata, nel rispetto anche di tutti i colleghi e i sanitari che con il loro sacrificio hanno onorato la nostra professione.

Siamo certi che tutti i medici avvertano la responsabilità che grava su di loro.

Il consiglio direttivo ODMCEO di Bologna

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